Monumenti in onore dei caduti

Già nel 1919, all’indomani della cessazione del conflitto, a Belluno si sentì la necessità di celebrare la vittoria. Un primo comitato per l’erezione di un monumento in piazza Campitello – oggi Piazza dei Martiri –  venne fondato nel 1921 e presieduto da Pietro Martini, vice presidente della Società popolare “Giuseppe Garibaldi”.

Bozzetto di Riccardo  Alfarè e Annibale De Lotto per un monumento ai caduti bellunesi

Il bozzetto di Riccardo Alfarè e Annibale De Lotto

Come scrive lo storico Ferruccio Vendramini nel 1923 il comitato venne sciolto e sostituito da un altro di ispirazione fascista, presieduto da Pietro Zacchi, già a capo della società “Dante Alighieri”. Vi furono però un serie di difficoltà economiche e politiche1 che non permisero di realizzare l’opera, per la quale vennero indetti ben due concorsi ai quali partecipò anche l’architetto Riccardo Alfaré.

Alla fine, nel 1929, si optò per consacrare alla memoria dei caduti della Grande Guerra la chiesa dei Cappuccini di Mussoi, progettata dall’architetto Alberto Alpago Novello in occasione del ritorno dell’Ordine a Belluno, da cui era assente sin dal 1769.

Nel 1937, al termine dei lavori, le salme dei caduti vennero traslate con solenne cerimonia dal cimitero militare presso il cimitero urbano.

Inumati tra gli altri, anche l’eroico aviatore Arturo Dell’Oro, e l’eroe risorgimentale Jacopo Tasso.

 

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1 Difficoltà ricostruite nel saggio A Belluno non c’è un monumento ai caduti della Grande Guerra in F. VENDRAMINI, Governo e locale e Autonomie. Alcune vicende amministrative e patriottiche nel Bellunese dall’Ottocento al periodo fascista, Verona, Cierre edizioni, 2013