La Prima Guerra Mondiale fu il primo conflitto in cui l’arma aerea venne utilizzata su larga scala con funzioni di ricognizione, caccia e bombardamento. Negli anni precedenti allo scoppio della Grande Guerra l’utilizzo di aerei con funzioni di caccia fu molto raro e subordinato alla funzione ricognitiva. La mobilitazione militare per la guerra diede una spinta all’avanzamento tecnologico dell’ armamento a bordo dei velivoli.
Si inaugurò così il periodo degli assi, piloti di caccia come l’italiano Francesco Baracca e il tedesco von Richtofen, soprannominato il barone rosso. Gli aviatori erano in genere provenienti da famiglie altolocate o comunque di buone possibilità economiche e, in contrapposizione all’impersonale guerra di trincea che si combatteva sul terreno, erano impegnati in veri e propri duelli aerei. Tra i piloti bellunesi si distinse in particolare Damiano Miari-Fulcis, assegnato il 17 gennaio 1918 alle squadriglie degli avaitori di guerra con compiti soprattutto di ricognizione e che fu decorato di medaglie d’argento e di bronzo al Valor Militare.
Anche i cieli sopra il territorio bellunese furono teatro di scontri aerei, fra i quali va ricordato quello che costò la vita e valse la medaglia d’oro al valor militare ad Arturo Dell’Oro.
Vengono sotto proposte alcune epigrafi di aviatori che combatterono per l’Impero Austro-Ungarico e persero la vita nei cieli sopra il Bellunese fra il febbraio ed il marzo del 1918.