Belluno, Piazza Duomo nei giorni immediatamente successivi al sisma del 29 giugno 1873 (Archivio storico del Comune di Belluno, Fototeca)
Nel corso della storia il territorio bellunese fu interessato frequentemente da eventi tellurici, spesso menzionati dalle fonti documentarie pubbliche e dalle memorie private pervenuteci e conservate presso l’Archivio storico del Comune di Belluno, come ad esempio quello del 1597 riportato dal notaio memorialista della seconda metà del Cinquecento Mattio Carrera (1551-1607): “1597 fu sentito da molti un terremoto grande, che parse cosa insolita di bel tempo fu a hore 4 di note, et ritrovandomi all’hora alla villa lo sentii benissimo et alcuni videro un dracone infocato passar sopra la Città”.
Avvicinandoci a tempi moderni, memorabili testimonianze si devono ad un altro bellunese, Antonio Maresio Bazolle (1818 – 1896) che nei suoi “Annali” – conservati presso la Biblioteca Civica di Belluno- ne registra con dovizia di particolari a partire da quel 29 giugno 1873 allorquando si ebbe la prima scossa di terremoto alle ore 5 e 20 minuti antimeridiane e diede principio ad una serie di molti altri terremoti più leggeri e che ad intervalli più o meno lunghi di ore continuarono intanto fino alle 4 del 12 luglio. Durò 15 minuti secondi fu dapprima violentemente sussultorio e quindi furiosamente ondulatorio da est e da ovest a est. Tutte le contrade erano coperte di rottami di camini caduti e d’altri frantumi di coperti siccome coppi, quadrelli, lastre di pietra, pezzi di cornici e di gronde e di calcinacci. E materie di tutte queste sorte erano pendenti dai muri e dai coperti di tutte le case per cui era pericolosissimo passare per le contrade strette. Su questo terremoto è conservata presso l’Archivio storico del Comune di Belluno una vera e propria copiosa serie di documenti atti a ricostruire i vari aspetti dell’evento del 29 giugno 1873 di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario.
Il sisma interessò altri luoghi della Provincia -in particolare l’Alpago – e del Veneto come ad esempio Conegliano e che ebbe risonanza internazionale, come testimoniano diversi articoli di stampa anche estera.
Grazie all’arte fotografica possediamo delle immagini che documentano in modo puntuale i danni prodotti, le lesioni e le distruzioni di tanti edifici pubblici e privati soprattutto del centro di Belluno.
L’esito in progress di un complesso scientifico lavoro dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è ora confluito in un Atlante delle fonti visive dei terremoti italiani pubblicato in un sito web dedicato ai terremoti che hanno colpito nel corso del tempo la Penisola e tra questi anche quello del 1873 con Belluno e le tante immagini fotografiche dell’Archivio storico del Comune di Belluno, ora fruibili in maniera ragionata e geolocalizzate all’url: https://cfti.ingv.it/visual/