La sede

Situato provvisoriamente al di fuori del centro storico, l’archivio ha sede nell’immediata periferia in ampio locale a pian terreno presso i Magazzini Comunali. Istituito come ufficio a sé e con apposito personale dall’ottobre del 1987 (deliberazione del  Consiglio Comunale n. 362/1987), grazie al riordino dispone ora di inventario anche il patrimonio archivistico più antico precedentemente non ordinato e privo di strumenti archivistici, già conservato in tre distinti fondi bibliografici nell’ambito della raccolta della Biblioteca civica di Belluno e presso l’archivio di Deposito comunale.

La documentazione archivistica più antica risale agli anni ’70 del secolo XIV, nell’ambito del fondo Comunità di cividàl di Belluno, segnatamente le serie delle deliberazioni e libri iurium: per l’età precedente si conservano sporadici atti originali non riconducibili a serie e copie di età posteriore. Il complesso documentario comunale testimonia i quasi quattro secoli durante i quali la Città ed il suo territorio ebbero istituzioni di governo in campo amministrativo e giudiziario proprie e peculiari, coordinate e sorvegliate da un rappresentante di Venezia, il Rettore, che racchiudeva in sé i poteri di podestà e capitano. Sono qui custodite nell’ambito del fondo Podestaria di cividàl di Belluno atti a carattere amministrativo e soprattutto fiscale dal secolo XVI alla caduta della Repubblica (Estimi); commissioni, filze e scritture contabili di alcuni rettori del secolo XVIII. Per tale periodo d’antico regime sono conservati anche alcuni importanti atti del Capitanato di Agordo, territorio all’epoca dipendente dalla citata Comunità di Belluno. Più copiosi gli atti prodotti dal Comune di Belluno moderno e postunitario, serie quest’ultima per la quale l’aggiornamento inventariale è sempre essendo l’Ente produttore tuttora in vita.

Da segnalare tra gli archivi aggregati quello delle locali Congregazione di carità, l’Ente comunale d’assistenza (1578-1979) e della Società del Teatro (1820-1932) e tra i fondi privati quello in deposito del Monte di Pietà (1501-1949), e quelli pervenuti in donazione  tra i quali quello del Mobilificio Scremin (1923-1983), del prof. Virginio Andrea Doglioni (1896-1979) e dell’arch. Mario Dal Mas ( 1931-2000).

Lo stato di conservazione è nel complesso buono, ad eccezione di una parte del fondo dell’amministrazione del Lombardo-Veneto.

Degna di nota la biblioteca a carattere amministrativo e legislativo della quale si segnalano la collezione delle Leggi d’Italia (dal 1861), alcune annate del “Bollettino della Regia Prefettura di Belluno” (dal 1867) e del “Foglio periodico della Provincia di Belluno” (dal 1877); manuali di amministrazione comunale d’epoca austriaca (A. LORENZONI, Istituzioni del diritto pubblico interno pel Regno Lombardo-Veneto, Milano 1835 – 1846; L. FONTANA, Regolatore amministrativo teorico-pratico, Milano 1846; C.STEFANI, Manuale per l’amministrazione dei comuni del Lombardo-Veneto, Padova 1846;) ed italiana (G. SAREDO, La legge dell’amministrazione comunale e provinciale, Torino 1901- 1906).

Genesi e formazione

Il corpus documentario è conseguente al riordino archivistico operato della documentazione prodotta dalle istituzioni di governo locali dal Medioevo ad oggi. La parte antica, dopo la caduta della Repubblica di Venezia, accresciuta da donazioni private di documenti pubblici dispersi, fu ascritta al Museo civico istituito negli anni ‘870. Il nucleo documentario comunale dal 1805 al 1873, collocato nel mezzanino di Palazzo dei Giuristi di via Duomo, fu trasferito nell’aprile 1959 nel seminterrato del Liceo Classico di via Cavour. Nel 1984 fu poi trasferito presso la sede del riordinando Archivio storico del Comune di Belluno.

La documentazione più antica (secc. XIV- XIX) dal 1933 fu trasmessa, dato il suo carattere estrinseco assimilabile a quello dei comuni manoscritti bibliografici, all’allora appena istituita Biblioteca Civica; finalmente dall’anno 1994, dopo attento esame, riconosciutane la natura archivistica, fu versata al novello Archivio Storico, istituito nel 1988, per la tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archivistico, ricongiungendosi a quello risalente all’epoca napoleonico e sino ai nostri nostri.