Edificio sacro dedicato al martire cappadoce San Mamante, il cui culto giunse nel Veneto (è presente in tutta la valle del Piave, da Venezia a Belluno) probabilmente all’epoca delle guerre gotiche, quando in Val Belluna la zona della Sinistra Piave fu a lungo controllata dalle truppe bizantine. Recenti ritrovamenti paleoveneti suggeriscono che un precedente santuario pagano legato ad una sorgente salutifera sia stato poi cristianizzato, legando S. Mamante alla lattazione e alla protezione contro il morso degli animali. Riedificato nel 1527 dall’umanista Pierio Valeriano, all’interno contiene un crocifisso quattrocentesco, affreschi attribuiti a Pomponio Amalteo (1505-1588) e tele di Francesco Frigimelica. La festa del santo, il 17 agosto, vedeva salire dalla città di Belluno ogni anno un corteo cui prendeva parte anche il rettore veneto.
Dedicated to the martyr Mamante from Cappadocia (in today’s Turkey), whose cult probably arrived in Veneto (he is recorded all along the Piave valley, from Venice up to Belluno) during the Byzantine-Gothic wars in VI century, when the left side of Val Belluna fell under Byzantine control. Recent iron age archeological discoveries suggest that the church grew on the site of an older pagan sanctuary connected to a healing water spring: its new Christian dedication to San Mamante linked it to nursing and protection from wild animals. It was rebuilt in 1527 by the Renaissance scholar Pierio Valeriano, then parish priest of Castion. Inside there is a XV century crucifix and frescoes attributed to Pomponio Amalteo (1505-1588) and paintings by Francesco Frigimelica. On the Saint’s day, August 17th, the little mountain church used to be reached every year by the venetian governor arriving from Belluno with a large procession.