Ai primi del secolo sede principale delle scuole sia elementari che superiori della città era l’ex convento di S. Chiara di Loreto.
Nel 1907 l’istruzione scolastica elementare – anche serale e festiva – veniva impartita a 2.249 alunni delle frazioni, per i quali il Comune stipendiava 29 insegnanti effettive e 5 sussidiari cui venivano corrisposti stipendi circa 33.000 lire e per i locali si faceva carico del pagamento di gravosi affitti in case private, spesso un’unica angusta stanza in ciascuna frazione per tutti gli scolari delle varie classi, come sta scritto in un rapporto ufficiale: poveri abituri, in molti dei quali non si dovrebbero collocare neppure le bestie tanto sono insani, umidi, oscuri, privi d’aria, senza acqua corrente, attinta alla fontana del paese, privi di luce, in cui d’inverno si intirizzisce dal freddo, d’estate si soffoca dal caldo, dall’afa, dalle pestifere esalazioni dei letami circostanti. bugigattoli in cui si devono stipare, come nella stiva di un negriero dai 100 ai 140 fanciulli quando ne possono sopportare al massimo una ventina.
Il piano di costruzione del 1907 approvato dalla Giunta Comunale di ispirazione radical-socialista, sindaco il professor Vittorio Zanon a firma dell’arch. prof. Nicolò Facchinetti e dell’ing. Enrico Colle dell’Ufficio tecnico municipale, col quale il Comune di Belluno partecipò all’Esposizione internazionale d’architettura di Lipsia (Leipzig) del 1913, prevedeva la costruzione di tredici edifici scolastici- realizzati per gli alti costi solo undici – con varianti a seconda del numero delle aule ed alloggi del personale, da dislocarsi nelle frazioni maggiormente popolate, tutti forniti di ampie aule, impianto di riscaldamento e servizi igienici e con ampio giardino attorno.