Accademia degli Anistamici (1764 – 1816)

ASCB, Anistamici, F.M. Preti, Progetto della sede, tav. 1 (1774)

Con la denominazione di Accademia degli Anistamici, si identificò più precisamente il sodalizio di intellettuali dediti alla letteratura e alle teorie fisiocratiche, riconosciuto ufficialmente dal decreto del Senato veneziano del 7 agosto 1766, che ebbe lo scopo precipuo di diffondere e sviluppare a livello locale le teorie fisiocratiche allora imperanti in Europa e che ebbe come simbolo l’Araba Fenice, uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri dopo la morte. Ad onore del vero risale al 1734 l’iniziativa di alcuni bellunesi di condizione elevata ed appassionati di belle lettere, che sotto la guida di Paolo Antonio Agelli, inquisitore del Santo Uffizio, si riunirono in Accademia degli Anistamici. Sulla base del regolamento del  14 gennaio 1764, anno di fondazione, l’Accademia fu istituita per promuovere in modo fermo e durevole l’esercizio de’letterati suoi studi  (F.MIARI, Dizionario storico, artistico, letterario bellunese compilato dal conte Florio Miari, Belluno, Deliberali, 1843, p. 9 ) sotto la protezione di san Bernardino da Siena, e si riuniva variamente o nelle case d’abitazione degli aderenti o nelle canoniche parrocchiali.. L’ammissione  dei soci ordinari e onorari avveniva sulla scorta della presentazione in forma anonima di un qualche componimento su tema assegnato dal segretario pro tempore, che se approvato nei contenuti, avrebbe consentito il successivo appalesarsi dell’autore e la sua ammissione nel novero degli accademici. Le cariche istituzionali  venivano elette dall’adunanza annuale dei soci il secondo giorno dell’anno: un principe, due consiglieri o assistenti, due censori,  un segretario e un questore, con durata di dodici mesi e contumacia triennale, ad eccezione del segretario che poteva essere confermato. Sede dell’Accademia fu Palazzo Minerva di via Rialto, eretto durante gli anni ’80 del sec. XVIII probabilmente su progetto dell’arch. Francesco Maria Preti (Castelfranco Veneto 1701-1774). L’attività di studio dei soci è testimoniata da relazioni a stampa, conservate in manoscritto presso l’Archivio storico del Comune di Belluno ed anche in forma stampata presso la Biblioteca civica di Belluno.

La documentazione archivistica conservata si riferisce soprattutto al secolo XVIII.

Bibliografia: F.MIARI, Dizionario storico, artistico, letterario bellunese compilato dal conte Florio Miari, Belluno, Deliberali, 1843; A. BUZZATI, Bibliografia Bellunese, Venezia, Tip. dell’ Ancora, 1890, passim; G. DE BORTOLI, A.MORO, F. VIZZUTI, Belluno storia architettura, arte, Belluno, Istituto Bellunese di ricerche sociali e culturali, 1984, p.116, L.GIROTTO, L’Accademia bellunese degli Anistamici, in “Rivista Bellunese”, 1975, n.5, pp. 205-209; A.L. FANTECHI, La fabbrica dell’Accademia degli Anistamici di Belluno: alcune precisazioni e una proposta di attribuzione, in “Archivio storico Belluno, Feltre e Cadore”, LXVII (1996), n. 296, pp.181-190.

 

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ivistica conservata si riferisce soprattutto al secolo XVIII.

Bibliografia: F.MIARI, Dizionario storico, artistico, letterario bellunese compilato dal conte Florio Miari, Belluno, Deliberali, 1843; A. BUZZATI, Bibliografia Bellunese, Venezia, Tip. dell’ Ancora, 1890, passim; G. DE BORTOLI, A.MORO, F. VIZZUTI, Belluno storia architettura, arte, Belluno, Istituto Bellunese di ricerche sociali e culturali, 1984, p.116.

serie
consistenza
inizio
fine
leggi e capitoli e cassa reg. 1 1764 1795
atti costitutivi e assemblee annuali reg. 1 1764 1772
relazioni regg. 2 1764, 1790 con atti sin 1816
progetto della sede reg. 1 con tavv 1774

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1 Anistamici cioè risorti, come la fenice rappresentata nel loro stemma

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