Miscellanea

Nel fondo sono inventariati lacerti d’archivio testimonianti atti di antiche famiglie e istituzioni culturali bellunesi, pervenuti in donazione al Comune di Belluno dal 1872, catalogati nell’ambito della raccolta manoscritti del Museo Civico (1876), passati  al fondo manoscritti della Biblioteca civica (1933). Per il loro indubbio carettere documentario, sono stati  inventariati e collocati nell’ambito dell’Archivio storico nel 1997.


Agosti (famiglia)

arma gentilizia: troncato al I° d’argento all’aquila di nero armata e membrata d’oro, al II° partito di rosso e di azzurro, al calice d’oro.

Famiglia forse di origini lombarde, ottenne nel 1748 l’investitura di un carato della Contea di Cesana; fu annoverata nel 1759 tra i membri del Maggior consiglio di Belluno con Francesco fu Augusto (Libro HH c.170). Nel 1820 e nel 1821 vide riconosciuta anche nobiltà di antica parentela ammessa al Consiglio cittadino rispettivamente nei rami di Giuseppe fu Francesco e di Augusto fu Antonio. Esponenti di spicco alla guida della Città  ome podestà durante il sec. XIX furono Antonio di Francesco nel 1805, nel 1809 e nel 1810); Augusto dal 1811 al 1815, Giuseppe dal 1819 al 1821 e Antonio dal 1843 al 1845.

Bibliografia: F. MiariDizionario storico-artistico-letterario bellunese, Bologna, Forni, 1968 (rist. anast. Belluno, De Liberali, 1843) p. 11-12; F. VergerioLe famiglie nobili della Provincia di Belluno inscritte nell’elenco ufficiale della nobiltà italiana. Cenni storici, genealogici ed araldici, Alassio, Arti grafiche Pozzi, 1937, p. 7.

 

 

serie consistenza data inizio data fine
libro dei conti reg. 1 1659 1749
vacchetta de livelli reg. 1 1688 1808
atti in causa reg. 1 1690 1776
atti dotali reg. 1 1754 1768
sommario de beni reg. 1 1761 1790
miscellanea atti e documenti b. 1 1763 1941
lettere ed altri documenti famiglia reg. 1 1810 1819

 

Barpo (famiglia)

Famiglia dai più rami aggregata al Consiglio cittadino dal 1568 ed investita del titolo comitale nel 1746: Nel 1821 ottenne il riconoscimento del titolo nobiliare con Agostino fu Pietro. Esponente di spicco fu Giovanni Battista (1584-1649), canonico bellunese e decano del capitolo di Belluno, nel 1639 rassegnò il decanato e rimase semplice canonico fino che visse. Autore di importanti opere letterarie quali Le delitie, & i frutti dell’agricoltura, e della villa … edito a Venezia nel 1633 Descrizione di cividal di Belluno e suo territorio, stampato a Belluno nel 1640, nonchè un’opera morale rimasta incompiuta dall’autore e solo recentemente edita Canonico politico.

Bibliografia: F. Miari, Dizionario storico- artistico-letterario bellunese, Bologna, Forni, 1968 (rist. anast.Belluno, De Liberali, 1843), p. 22); G.B. Barpo, Del canonico politico trascrizione e note a cura diC.Tagliabò Padovan, Belluno, Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, 1996; Trascrizione ragionata dell’opera di G. B. Barpo. Le delizie e i frutti dell’agricoltura e della villa. Anno 1632, a cura di G.L. Secco,Bellumat editrice, 2009.

serie consistenza data inizio data fine
instrumentario reg. 1 1616 1620

Campana (famiglia)

Arma gentilizia: partito d’argento e d’azzurro a tre campane dell’uno e dell’altro, due ed una.

Antica famiglia bellunese di Consiglio sin dalla serrata del 1423, si estinse alla morte di Jacopo nel 1819. Quale esponente di spicco si ricorda Girolamo, cancellliere del Capitolo dei canonici, vissuto nel secolo XVII, che fu anche poeta e genealogista (cfr. Biblioteca civica di Belluno, ms. 707). Delll’archivio di questo lignaggio si conserva un solo istrumentario del sec. XVII.

Bibliografia: F. Miari, Memorie Bellunesi, IV. cc 323, presso l’Archivio Storico del Comune di Belluno; Idem, Dizionario storico-artistico-letterario bellunese, Belluno, De Liberali, 1843 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968) pp. 33.

serie consistenza data inizio data fine
instrumentario reg. 1 1633 1695

Ceccati – Crepadoni (famiglia)

arma gentilizia: “ partito d’argento e d’azzurro”.

Esponenti della famiglia Ceccati Crepadoni sono documentati nell’organo consiliare cittadino sin dal 1378, in cui fuono presenti sino al 1814, anno in cui morì l’ultimo rappresentante Giuseppe morto senza discedenza nel 1814. Il primo della famiglia che si intitolò Ceccatus fu Giovanni Antonio nel 1450. Diversi esponenti appartennero all’ordine militare e si fregiarono del titolo di equites, cavalieri: in part. ricorda il PIloni al Libro VII : “… sopra la galea del Generale militò Christoforo Cecato Bellunese della nobile famiglia Carpedona, il qual così valorosamente si portò in quelle fattioni, et fu tanto grato a quel Signore, che vive ancuodì fresca la memoria appresso li descendenti del Generale… Era Christoforo stretto parente di Pietro da Pesaro Proveditor di terra ferma et sotto il suo governo havea militato per un tempo Venturiero con tre cavlli all’impresa di Cremona. Fu suo pronepote Antonio Cecato il quale l’anno 1571, con vinticinque soldati a proprie spese nella guerra contro Turchi servite Venturiero nell’armata de Venetiani, rinfrescando con questo la memoria delli suoi Antecessori et specialmente di Niccolò Ceccato il quale havendo in Toscana con carlo di Montone et poi nel Perusino con il Malatesta militato eletto poi capo delle genti Bellunesi scacciò Tedeschi che haveano preso caprile et corseggiavano tutto quel paese”. Il ramo si estinse con Giuseppe nel 1814, benefettore dell’ospedale di Belluno,  di cui si conserva un ritratto d’ignoto e un disegno di Galezzo Monti. A tale famiglia appartenne il palazzo Crepadoni ove ha sede l’attuale centro culturale di Belluno. L’archivio di famiglia  pervenuto consiste in quattro registri relativi alla gestione partimoniale datati dalla metà del ‘500 al primo decennio del sec. XVII; nell’ambito del fondo manoscritti della Biblioteca civica di Belluno sèono conservate due cronache cittadine redatte nel secolo XVII.

Bibliografia:  G. Piloni, Historia della città di Belluno, Bologna, A. Forni, 2002, p. 259; F. Miari,Memorie Bellunesi, IV. cc. 325-326 (fondo Miari, Archivio Storico del Comune di Belluno); Idem,Dizionario storico-artistico-letterario bellunese, Belluno, De Liberali, 1843 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968) p. 59, 145; F. Vizzuti, Storia, arte e costume nei ritratti di Galeazzo Monti, catalogo della mostra organizzata dalla Biblioteca Civica di Belluno 2-30 marzo 1991, pp. 33, 202-203.

serie consistenza data inizio data fine
instrumentarii reg. 3 1559
1598

 

 

Celini o Cellini (famiglia)

arma gentilizia: “d’azzurro ad una colomba volante d’argento portante nel becco un ramoscello d’alloro, sopra un piano di verde”.

Famiglia bellunese del sec. XVI, aggregata al Consiglio di Cividàl di Belluno nell’anno 1727; ebbe quale figura di spicco Bartolomeo, insigne membro del locale Collegio dei Dottori giuristi. Nel fondo si conserva un istrumentario contenenti atti notarili rogati dal 1577.XI.22-1634.VI.2 da Pietro Cellini q. Francesco, Michiel Cellini q. Piero, Bortolomeo Cellini q. Michiel, composto con buona probabilità per conto della stessa famiglia da Francesco Gervasis notaio di Belluno di veneta autorità.

Bibliografia: F. Miari, Memorie Bellunesi, IV. c. 326, Archivio Storico del Comune di Belluno; Idem,Dizionario storico-artistico-letterario bellunese, Belluno, De Liberali, 1843 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968) p. 45.

serie consistenza data inizio data fine
instrumentario reg. 1 1577 1634

Coraulo (famiglia)

arma gentilizia: “d’azzurro ad un cuore di rosso sormontato da una stella d’oro”.

Antica famiglia bellunese, imparentata per via femminile con Pierio Valeriano, ebbe esponenti tra i giuristi. e soprattutto poeti: Nicolò vissuto durante la prima metà del sec. XVI, Pietro oratore e poeta di metà ‘500 e il più famoso poeta rustico Giuseppe noto anche come Barba Sep dal Piai, autore di una trascrizione della Gesusalemme liberata del Tasso in dialetto bellunese operante nella seconda metà del ‘700.

Si conserva un istrumentario riferito a proprietà dell’Agordino.

Bibliografia: F. Miari, Memorie Bellunesi, IV. c.326, Archivio Storico del Comune di Belluno; Idem,Dizionario storico-artistico-letterario bellunese, Belluno, De Liberali, 1843 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968) pp. 57-58.

serie consistenza data inizio data fine
instrumentario reg. 1 1679.X.5 1715.V.5

Corte (famiglia)

arma gentilizia: “di verde a tre fascie di scacchi d’argento e di rosso di due linee”.

La famiglia Corte, latinamente Curia, fu aggregata al Consiglio cittadino sin dalla prima chiusura del 1423 e per tutta l’antico regime, ebbe riconosciuta nel 1820 la nobiltà. Si ricordano nel tempo esponenti del casato nel campo delle lettere, del diritto; Bartolomeo, un cavaliere gerosolimitano, vissuto tra XV e XVI, fu investito vita natural durante, del capitanato di Agordo dal governo veneziano e vi rinunciò nel 1518. Delll’archivio di questo lignaggio  si conserva il solo diploma di laurea in utroque iure di Giovanni Giorgio Corte fu Giacomo, rilasciato dall’Università di Padova.

Bibliografia: F. Miari, Memorie Bellunesi, IV. c. 326, presso l’Archivio Storico del Comune di Belluno; Idem, Dizionario storico-artistico-letterario bellunese, Belluno, De Liberali, 1843 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968) p. 59, F. Vizzuti, Storia, arte e costume nei ritratti di Galeazzo Monti, catalogo della mostra organizzata dalla Biblioteca Civica di Belluno 2-30 marzo 1991, pp.98-99.

serie consistenza data inizio data fine
diploma di laurea reg. 1 1744.V.16

 

Foro (famiglia)

arma gentilizia: “di rosso alla banda d’oro addossata di tre rose pure di rosso, al capo d’oro carico d’un aquila nera”

Antica famiglia attestata in Consiglio già nel 1378, come alla serrata del 1423 si estinse nel 1639. Nuovamente aggregata nel 1725 con il solo Antonio cavaliere. Delll’archivio di questo lignaggio è pervenuto un solo registro contenente alcuni atti notarili stipulati da Vettor Foro alla metà del sec. XVI.

Bibliografia: F. Miari, Memorie Bellunesi, IV. c. 327, Archivio Storico del Comune di Belluno; Idem,Dizionario storico-artistico-letterario bellunese, Belluno, De Liberali, 1843 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968) p. 77.

serie consistenza data inizio data fine
instrumentario reg. 1 1546 1570

 

Giamosa (famiglia)

arma gentilizia: “d’azzurro ad un capriolo o scaglione di rosso accompagnato da tre gruppi di foglie d’argento di cinque punte, due ed uno” (Miari); “d’azzurro allo scaglione accompagnato da tre barbe e in punta da un leone di S. Marco in moleca, il tutto in oro” (Vergerio).

La famiglia Giamosa risulta presente – anche se con interruzioni – nel Consiglio cittadino sin dalla prima chiusura del 1423 e per tutta l’antico regime; ottenne nel 1821 in epoca austriaca il riconoscimento della nobiltà. Si ricordano nel tempo esponenti del casato nel campo del diritto, delle lettere e della poesia.Delll’archivio di questo lignaggio si conserva un solo registro contente contratti di beni immobili.

Bibliografia: F. Miari, Memorie Bellunesi, IV. c. 328v, presso l’Archivio Storico del Comune di Belluno; Idem, Dizionario storico-artistico-letterario bellunese, Belluno, De Liberali, 1843 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968) p. 81; F. Vergerio, Le famiglie nobili della Provincia di Belluno inscritte nell’albo ufficiale della nobiltà italiana. Cenni storici, genealogici ed araldici, Alassio, Pozzi, 1937, p. 25; F. Vizzuti, Storia, arte e costume nei ritratti di Galeazzo Monti, catalogo della mostra organizzata dalla Biblioteca Civica di Belluno 2-30 marzo 1991, pp. 50-51, 104-105, 168-169, 172-173.

serie consistenza data inizio data fine
istrumentario reg. 1 1528 1692

 

 

Rudio (famiglia)

arma gentilizia: “in campo argenteo cum tribus rosis albis in fascia nigra”(Archivio Rudio, 1777); “partito d’oro e d’azzurro ad una banda nera carica di tre rose d’argento che attraversa tutto lo scudo”(Miari); partito d’oro e d’argento alla banda di rosso carica di tre rose d’argento attraversante” (Vergerio)

Antica famiglia bellunese di Consiglio sin dal 1378. Lasciato il cognome de Nosadani, ritenuto solamente quello de Rudo divenne poi Rudio dagli esordi del secolo XVIIMembro illustre della famiglia furonoEustachio, il medico figliolo di Giovanni Battista, laureato nel 1574 presso lo Studio di Padova in filosofia e medicina, cattedraticodal 1598 presso questa stessa università, come lettore primario di filosofia e medicina Eustachio, che si vide assegnare nel 1611 il cavalierato e le prerogative giurisdizionali in Friuli, nello Stato imperiale, sulle terre di Gorissizza e Virco nel principato di Gradisca. La famiglia ottenne poi il titolo comitale della Repubblica di Venezia nel 1782. In base alla risoluzione sovrana del 28 febbraio 1821 fu confermata nel titolo nobiliare con Ercole del fu Luigi, Eustachio e Giovanni del fu Girolamo. Degno di nota Carlo Camillo (Belluno 1832 – San Francisco,USA 1910) patriota ed eroe risorgimentale, anarchico attentatore di Napoleone III, combattente poi della guerra civile americana e nelle guerre indiane nelle fila del 7° cavalleria anche a Little Big Horn. Dell’archivioi questo lignaggio si conserva una raccolta di documenti perlopiù a carattere araldico e altri quattro registri di atti ppprocessuali relativi al feudo friulano di Goricizza, Gradiscutta e Virco.

Bibliografia: F. Miari, Memorie Bellunesi, IV. cc 331, presso l’Archivio Storico del Comune di Belluno; Idem, Dizionario storico-artistico-letterario bellunese, Belluno, De Liberali, 1843 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968) pp. 138; Vergerio, Le famiglie nobili della Provincia di Belluno inscritte nell’albo ufficiale della nobiltà italiana. Cenni storici, genealogici ed araldici, Alassio, Pozzi, 1937, p. 37; F. Vizzuti, Storia, arte e costume nei ritratti di Galeazzo Monti, catalogo della mostra organizzata dalla Biblioteca Civica di Belluno 2-30 marzo 1991, pp. 46-47, 96-97,132-133,140-141,142-143,150-151,212-213; M.Cesare, Dal Piave al Little Bighorn: la straordinaria storia del conte Carlo Camillo di Rudio, da cospiratore mazziniano e complice di Orsini a ufficiale nel 7. Cavalleria, Belluno, A. Tarantola, 1996.

serie consistenza data inizio data fine
processi reg. 1 1614 1790
Feudo di Goricizza, Gradiscutta e Virco Processi regg. 3 1775
raccolta de documenti reg. 1 1777

 

Sanmartini (famiglia)

arma gentilizia: “reciso di rosso e d’argento, al capo d’azzurro, carico d’un giglio d’oro”.

Antica famiglia bellunese aggregata per un breve periodo al Consiglio agli esordi del ‘500. Delll’archivio di questo lignaggio si conserva il solo diploma di laurea in teologia rilasciato al prete Giuseppe dal vescovo di Padova nel 1780.

Bibliografia: F. Miari, Memorie Bellunesi, IV. c. 331, presso l’ Archivio Storico del Comune di Belluno; Idem, Dizionario storico-artistico-letterario bellunese, Belluno, De Liberali, 1843 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968) pp. 138-139.

serie consistenza data inizio data fine
diploma di laurea reg. 1 1780.V.27

 

 

Trois (famiglia)

arma gentilizia:

 

Famiglia proveniente da Livinallongo, attestata a Belluno sin dalla prima metà del secolo XVII col cognome Troi. Tradizionalmente dedita all’attività mercantile di droghiere (spezier), ebbe diversi esponenti impegnati in detto mestiere, continuativamente sino a tutto il Settecento, in una bottega situata in faccia a Porta Doiona. Ottenne in Venezia il titolo di conte di Cesana il 22 dicembre del 1781 ed ebbe conferma della nobiltà con sovrana risoluzione del 13 aprile 1829.

Bibliografia: F. Miari, Dizionario storico-artistico-letterario bellunese, Belluno, De Liberali, 1843 (rist. anast. Bologna, Forni, 1968) pp. 161-162; F. Schröder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati …, Venezia, Alvisopoli, 1830, p.496.                  .

serie
consistenza
idata nizio
data fine
investitura 1 perg. 1781
catastico dei beni reg. 1 sec. XVIII