In questo spazio vengono proposte alcune planimetrie dell’Archivio storico, che sono le più antiche descrizioni l’assetto della città e del territorio. Archivi, musei, biblioteche e privati custodiscono spesso materiale cartografico anche d’epoca pre-catastale, in genere consistente in mappe a piccola scala per zone circoscritte e limitate, documenti di rilievo soprattutto locale, tuttavia di importanza rilevante per la ricerca storica locale specie per l’archeologia del territorio. Opere pittoriche, rilievi tecnici, fotografie ecc. per la descrizione e trasformazione del territorio nel tempo.
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In questo spazio vengono proposte alcune planimetrie e disegni tecnici dell’Archivio storico, che ci restituiscono l’assetto e aspetto più antico della città e del territorio. Archivi, musei, biblioteche e privati custodiscono spesso materiale cartografico anche d’epoca pre-catastale, in genere consistente in rilevazioni a piccola scala per zone circoscritte e limitate, documenti di rilievo soprattutto locale, tuttavia di importanza rilevante per la ricerca storica locale specie per l’archeologia del territorio (landescape archeology). La pianta di Domenico Falce descrive Belluno durante l’età veneziana alla fine del ‘600 con la precisione da rilievo catastale.
E’ una parziale planimetria di piazza Duomo redatta dall’ing. Alessandro Giobbe nel 1830, successiva alla rivoluzione scientifica del catasto napoleonico e austriaco che ci restituisce l’assetto reale e non di fantasia del cuore della Città. Accanto al Duomo è ben distinguibile l’antica sede della Magnifica Comunità di Cividàl di Belluno (all’epoca adibita a Teatro) e, procedendo verso destra, il passaggio della porta Pusterla -antico accesso alle mura-, l’edificio in cui risiedeva il Vicario del Podestà e Capitano veneziano, sul sedime del quale ed in parte avvalendosi delle strutture murarie- fu eretto tra il 1834 e il 1841 il Municipio su progetto dell’arch. Giuseppe Segusini.
Per rimanere in Centro storico, la planimetria che segue si riferisce all’attuale via I° Novembre aperta nel 1837 in prosecuzione diretta da via Mezzaterra, verso Borgo Piave, evitando il tradizionale percorso in via Santa Croce ed il passaggio per la Porta Rugo. La nuova viabilità fu resa a seguito della demolizione della Chiesa campanile e Scuola di Santa Croce avvenuta ai primi dell’Ottocento in epoca napoleonica.
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Il cimitero urbano di Prade, realizzato nei primi anni ’30 dell’800 con il concorso dei cittadini alla spesa, fu ampliato a più riprese.
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(ASCB, Cimitero Urbano, b. s. 99, b. 3381)
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La planimetria che precede ci restituisce la situazione nel 1819. (ASCB, Acque tit. VI, 1819, b. 422)
La fontanina, già presso il lato ovest di Palazzo dei Rettori, venne spostata in via Sottocastello nel 1879, ove ancor oggi si trova, in un disegno tecnico del 1878 a firma dell’ing. Vincenzo Barcelloni-Corte
(ASCB, Acque e strade ref. IX 1879, b. 1329, n. 4775 Prot. 1879 2.3.)
Un primo potenziamento del rifornimento idrico alla Belluno di fine secolo con l’acquedotto delle Roncole fu coronato con l’inaugurazione di una moderna fontana nella nuova piazza cittadina di Campitello – modernizzata a giardino – inaugurata con solenne cerimonia e festeggiamenti nel 24 settembre 1899
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Progetto della nuova fontana di Campitello (1899) dell’ing. Enrico Colle (Archivio storico del Comune di Belluno, Fontana di piazza Campitello, b.s. 322, b. 3344 bis
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Nello sviluppo urbano, un posto di assoluto rilievo dev’essere assegnato all’impianto della stazione ferroviaria inaugurata nel 1886 nel piano a nord del Campitello, non solo per l’urbanizzazione della zona denominata Favola, immediatamente retrostante al centrale Campitello – odierna piazza dei Martiri – ma anche per la connessa rete viaria di collegamento piano di costruzione della zona la cosiddetta Favola. Fu non solo impiantato un bel giardinetto su progetto dell’ing. Gregorio Pagani-Cesa, ma venne redatto un primo piano regolatore della Città per dar forma organizzata alla crescita edilizia.
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Pianta della città di Belluno, 1905 (Archivio storico del Comune di Belluno, Municipio di Belluno, Piano regolatore b.s. 292A , b. 3291, fasc. 1)
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Lo sviluppo economico della Città del primo dopoguerra fu proiettato sull’altipiano di Cavarzano – secondo un disegno intrapreso dai primi del secolo- con una nuova rete viaria, che avrebbe dovuto favorire nuove costruzioni residenziali e moderne strutture turistiche. Orientamento recepito e generalizzato a più vasta area con il primo piano regolatore generale.
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Malgrado il sisma dell’ottobre 1936, furono realizzate importanti opere pubbliche durante il mandato del podestà ing. Paolo Zampieri (1930-1945) spiccano: nell’area dismessa della stazione ferroviaria, la Casa del Balilla di Francesco Mansutti e Gino Miozzo del 1932-33 (inopinatamente demolita nel 1982); l’edificio scolastico elementare “A. Gabelli” di Agostino e Guglielmo Zadra del 1934-38, e nell’area più centrale ex carceri il Palazzo delle Poste di Alberto Alpago-Novello del 1935-37.
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Per il riassetto del centro città – molte zone del quale era alquanto trascurate – il Comune bandì un concorso nel 1972 – Piano particolareggiato per il centro storico– a seguito del quale furono intrapresi molti lavori edilizi privati di risanamento.
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I quartieri periferici – al di là di Cavarzano e Baldenich – crescevano in quegli anni soprattutto come residenziali.
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